Bandi PSR
Una colpevole confusione che elimina
la certezza del diritto per le aziende agricole
7 aprile 2012
Articolo di Giuseppe Mangone, presidente ANPA Calabria
L’assessore reg.le all’agricoltura, on Michele Trematerra, qualche giorno fa, ha espresso piena soddisfazione per l’avvenuta pubblicazione della graduatoria definitiva relativa alla misura 121 che è la misura più importante del Piano di Sviluppo Rurale 2007- 2013 della Regione Calabria. Come Associazione Nazionale Produttori Agricoli della Calabria, non riusciamo a comprendere da dove nasce questa soddisfazione, alla luce delle seguenti considerazioni: a) La graduatoria viene pubblicata a distanza di ben 5 anni dalla data di emanazione del bando avvenuta nel 2008; b) La graduatoria ha alle spalle una vicenda molto tormentata che ha tenuto e tiene tutt’ora centinaia di aziende in una condizione di estrema precarietà rispetto al finanziamento dei progetti presentati. Ricordiamo i passaggi più significativi di questa vicenda a dir poco vergognosa. Il 27 novembre 2009, sul BURC N. 48, viene pubblicata la prima graduatoria provvisoria. La Regione, invece di completare l’iter e procedere con i finanziamenti, a dicembre 2010, annulla con proprio decreto la graduatoria, emana un nuovo bando nel gennaio 2011, con modifiche quasi sovrapponibili al bando precedente, tra l’altro, molto discutibili sul piano procedurale e pubblica un nuova graduatoria provvisoria. Il TAR della Calabria, a seguito di ricorso, a novembre 2011 annulla il decreto della Regione, ripristina la vecchia graduatoria e annulla quella collegata al secondo bando. La Regione procede comunque all’emanazione della graduatoria definitiva basata sul secondo bando con la quale vengono ammesse a finanziamento 465 aziende sul totale di quelle dichiarate ammissibili bloccando, di fatto, il diritto per le aziende successive alla n° 465 di essere finanziate a scorrimento, in base alle risorse che si sarebbero rese disponibili mediante eventuali rinunce. Pertanto, tutte le aziende successive alla n. 465 perdono il diritto ad essere finanziate per scorrimento, dovranno aspettare un nuovo bando, presentare un nuova documentazione e ripartire da zero o quasi. Il 4 aprile è stato pubblicato un nuovo bando, nel quale si dà la possibilità alle aziende dichiarate ammissibili di concorrere negando alle stesse un diritto che avevano già acquisito per il solo fatto di essere ammissibili al finanziamento e, la possibilità per quelle dichiarate non ammissibili di integrare eventuale documentazione mancante riagganciandosi alla domanda presentata nel 2011. A questo punto è legittimo domandarsi: che fine farà la prima graduatoria pubblicata nel 2009, nelle more, appesa alle decisioni del Consiglio di Stato a cui la Regione ha fatto ricorso? Occorre, inoltre, evidenziare che l’istruzione e l’accertamento della ricevibilità della suddetta graduatoria erano stati affidati a tecnici interni all’assessorato all’agricoltura mentre, la gestione del secondo bando, sulla base di motivazioni a dir poco ridicole, è stata affidata ad una società esterna. Quali migliori e maggiormente obbiettivi criteri ha la seconda graduatoria rispetto alla prima? Quali migliori competenze sono state messe in campo? Le aziende della seconda graduatoria sono più meritevoli delle altre? E’ legittima la pubblicazione della stessa, considerato che essa si regge su un decreto che, nelle more, rimanda alle decisioni del Consiglio di Stato la pubblicazione o la non pubblicazione della graduatoria definitiva sull’elenco provvisorio del 2009 sul quale si era già pronunciato il TAR Calabria? Vorremmo, inoltre, sapere se le aziende che hanno iniziato la spesa con risorse proprie a partire dall’annualità 2007, in base a quanto stabilito dal Regolamento relativamente alla eleggibilità della spesa per il periodo 2007/2013, avranno la certezza di vedersi riconosciute queste spese oppure no. Ci poniamo questo interrogativo perché è già successo che alcune aziende che hanno già realizzato opere e che, pur essendo in possesso dei certificati di agibilità sono state escluse “per la mancanza della dichiarazione di cantierabilità dell’opera”. Una motivazione assurda che pone parecchi dubbi sull’attenzione posta in sede di istruzione della pratica e di esame dei successivi ricorsi. Nel bando del 4 aprile, viene riservato il 20% delle risorse per finanziare le aziende che hanno realizzato l’ottanta per cento della spesa di progetto. E chi a speso un poco di meno, che fine farà? La conclusione che traiamo dall’esperienza fin qui fatta è che, se il rapporto tra le aziende e la Pubblica Amministrazione continua ad essere caratterizzato dalla discrezionalità e dalla mancanza del rispetto delle norme procedurali, dalla mortificazione delle professionalità interne a favore di quelle esterne, le aziende continueranno a vivere nell’incertezza che è il peggiore nemico in questa fase di difficoltà che stanno vivendo interamente sulle proprie spalle. In questa situazione, tanti agricoltori si vedeno negato il diritto di poter ammodernare le proprie aziende attraverso le risorse previste dai bandi perché gli stessi, dopo la loro emanazione, puntualmente vengono “annullati”, “modificati”, “integrati”, “capovolti”, ecc., generando sfiducia e instabilità per le aziende agricole Calabresi che, per avere risposte, devono attendere, nel migliore dei casi, 5 anni. Ma…In Calabria tutto è possibile per la soddisfazione di tutti tranne che del mondo agricolo!