L’ANPA - LiberiAgricoltori Calabria e Agricoltura è (Associazione per l’agriturismo, le fattorie didattiche e sociali, l’ambiente, il territorio e la cultura rurale) chiedono al Consiglio regionale di approvare subito l’abolizione del comma 5 bis e 5 ter dell’art. 13 della legge regionale n. 14 del 2009 “Nuova disciplina per l’esercizio dell’attività agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole.
I commi citati stabiliscono quanto segue:
“5 bis. Possono essere iscritti nell’elenco di cui al comma 1 gli operatori la cui azienda agricola, ubicata nel territorio regionale, sia dotata di un’adeguata organizzazione, e che siano in possesso dei seguenti requisiti:
a) esercitare, da almeno due anni, l’attività agricola in qualità di imprenditore agricolo titolare di azienda o, se si tratta di coniuge, parente entro il terzo o affine entro il secondo grado dell’imprenditore, in qualità di coadiuvante familiare comprovata dall’iscrizione all’INPS ai sensi dell’articolo 230 bis del codice civile;
b) aver partecipato, con esito favorevole, al corso formativo di cui al precedente articolo 12.
5 ter. Nell’elenco di cui al comma 1 possono, altresì, essere iscritte le società agricole in qualsiasi forma costituite tra imprenditori agricoli allo scopo di esercitare l’attività agrituristica. In tal caso, i requisiti di cui al comma 6 bis, lettera a) devono essere posseduti da almeno uno dei soci e i requisiti di cui alla lettera b), anche dal soggetto preposto all’esercizio dell’attività agrituristica.”
A causa del requisito prescritto e cioè l’obbligo per chi subentra nella conduzione di un’azienda agricola che pratica l’agriturismo, dell’iscrizione all’INPS come coadiuvante familiare, da almeno 2 anni, alcune aziende sono state costrette a sospendere l’attività in attesa che il subentrante avesse maturato il requisito, mentre altre hanno chiuso definitivamente. Ne consegue che nel caso di decesso o di impedimenti vari del titolare di un’azienda agrituristica, l’unica possibilità per trasferire la conduzione dell’azienda è che il soggetto subentrante sia già insediato in agricoltura da almeno 2 anni.
Quindi, un titolare di azienda agrituristica che ha un figlio diplomato o laureato in agraria o scienze degli animali, oppure più componenti della famiglia che da sempre hanno collaborato nell’azienda per mandare avanti l’attività senza l’iscrizione all’INPS, a nessuno di loro può trasferire l’attività e, quindi, deve chiudere l’agriturismo. Una conseguenza, questa, che stanno già pesantemente pagando le aziende che hanno sfortunatamente avuto il decesso del titolare mentre, la stessa sorte toccherà alle aziende che dovranno realizzare il trasferimento in favore dei giovani che sono stati o verranno finanziati con i bandi PSR sul primo insediamento giovani.
Attualmente, presso la commissione regionale per l’agriturismo, le fattorie didattiche e le fattorie sociali, sono presenti diverse richieste di subentro che la commissione non può approvare, proprio in virtù dei commi 5bis e 5 ter dell’art. 13 della legge regionale che, va precisato, non esiste né nella legge nazionale né nelle leggi di altre regioni.
L’ANPA - LiberiAgricoltori Calabria e Agricoltura è insieme a tutte le altre Organizzazioni presenti nell’Osservatorio regionale dell’Agriturismo, nella riunione del 4 aprile 2018, appositamente convocata dalla Dirigente Alessandra Celi per discutere del problema, si sono espresse in favore dell’abolizione dei comma 5 bis e 5 ter dell’art. 13 della legge 14/2009, per superare l’inconcepibile, ingiustificabile e rovinosa situazione che la norma crea per i giovani e per le aziende, chiedendo la modifica della legge.
L’ANPA - LiberiAgricoltori Calabria e Agricoltura è esprimono la propria forte indignazione per l’assurda situazione che si sta perpetrando che, se non affrontata, determinerà, nelle prossime settimane, la chiusura di altre importanti aziende.
L’ANPA - LiberiAgricoltori Calabria e Agricoltura è sollecitano l’Assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo, che già conosce bene la situazione, di portare direttamente in consiglio la proposta di modifica della legge per la sua immediata approvazione.
6 Giugno 2020
EMERGENZA CINGHIALI
Pagare subito i danni agli agricoltori e avviare provvedimenti concreti per affrontare e uscire definitivamente dall’emergenza
Sulla vicenda del risarcimento agli agricoltori dei danni subiti a seguito dell’invasione di cinghiali nelle loro aziende agricole, da parte della Regione, a fronte dei buoni propositi dell’assessore Gallo, si registra l’inerzia più assoluta delle strutture preposte alla liquidazione delle risorse spettanti alle aziende agricole interessate. Sulla questione assistiamo, ormai da mesi, a un continuo scaricabarile tra la regione e l’ATC CZ 1, mentre agli agricoltori danneggiati si nega il sacrosanto diritto ad essere risarciti per i danni arrecati dai cinghiali. Il Piano di abbattimento di 10.000 cinghiali annunciato dall’assessore, da realizzare attraverso SELECONTROLLORI appositamente formati, quindi, fortemente professionalizzati allo scopo, anche se limitato, potrebbe essere un punto di partenza per affrontare il problema ma ancora non parte e di selettori in giro nelle campagne non se ne vedono. Così i cinghiali se la spassano tranquillamente continuando a distruggere muretti a secco, i pali tutori dei vigneti, degli orti, delle recinzioni, a scavare nei terreni, a diffondere malattie virali e fungine da pianta a pianta, a portare distruzione… Il problema è grave perché, così come denunciano gli agricoltori, ormai siamo giunti al mese di giugno, mentre Uffici Regionali e ATC CZ1 non procedono a fare i provvedimenti necessari né recandosi presso i relativi uffici né in smart working.
ANPA-Liberi Agricoltori Calabria, chiede l’immediato intervento del Dirigente del Dipartimento Agricoltura, dott. Giovinazzo, dell’assessore all’agricoltura Gallo e del presidente della giunta On Santelli, per sbloccare l’assurda situazione di stallo che si è creata e procedere ai pagamenti.
COSA FARE
ANPA-LiberiAgricoltori richiede una profonda modifica della Normativa Nazionale, finalizzata, tra l’altro, a rendere liberi gli agricoltori di difendere il loro lavoro.
Per ANPA-LiberiAgricoltori un primo importante passo sarebbe quello di vedere realizzata l'applicazione dell'art 19 della Legge 157/92 sul controllo faunistico con le integrazioni proposte negli ultimi periodi dalle diverse Organizzazioni Agricole e valutate dall’Ispra. Un aspetto fondamentale è legato all'utilizzo di personale, anche non appartenente a organi di Polizia, che pur operando all'interno dei limiti posti dall'articolo, in situazioni di manifesto pericolo per l'incolumità pubblica e/o ingenti danni e impatti sulle produzioni agricole, possa coadiuvare i soggetti che già oggi potrebbero intervenire ai sensi della legge, al fine di ottimizzare la cattura e la successiva rimozione dei capi catturati. Per fare ciò, il Parlamento si deve assumere la responsabilità di modernizzare ed uniformare alle normative degli altri Stati della Comunità Europea, la Legge sulla tutela della fauna omeoterma e dell'esercizio venatorio al fine di poter trasformare una biomassa costituita da carni pregiate, in risorsa compensativa del magro reddito delle comunità agricole.
Per ANPA-LiberiAgricoltori i problemi per i quali, dagli anni '90 ad oggi, la grande fauna ungulata ha rappresentato per tutta l’Italia solo un grave disagio e non una possibile fonte di integrazione del reddito agricolo, sta nel fatto che non si è avuto il coraggio di definire un contrappeso giuridico-normativo al concetto che "la fauna selvatica è considerata un bene indisponibile dello stato". Il contrappeso quindi non può che essere, considerare tale fauna "fructus soli". E quindi disponibile per l'agricoltore sui terreni del quale la fauna si alimenta e riproduce. E a seguito di scelte della politica nel senso descritto potremo iniziare ad operare per rafforzare l’utilizzo di recinti di cattura e caccia di selezione.
ANPA-LiberiAgricoltori ammonisce perché nessuno cada nell’errore o peggio faccia finta di farlo, che sia il mondo venatorio quello che deve risolvere il problema. Quello è il mondo che per interessi economici, ludici, di consenso politico, non vorrà mai che il problema sia risolto. Dev’essere anche chiaro a tutti che non sono gli ATC che possono (né vogliono) affrontare decentemente il problema della prevenzione e del risarcimento dei danni. Chi conosce approfonditamente le dinamiche politiche che portano alla formazione dei Comitati di Gestione sa perfettamente che, differentemente da quanto dicono le normative, che prevedono che all’interno dei Comitati vi devono essere tre cacciatori, tre ambientalisti e tre agricoltori, capitano casi eclatanti dove i tre agricoltori sono tre anziani cacciatori e i presunti ambientalisti sono in realtà cacciatori iscritti a associazioni ambientaliste. Su questo va fatta chiarezza. Non è più tollerabile che Associazioni Ambientaliste, magari riconosciute dal Ministero, e alle quali per questo andrebbe immediatamente revocato il riconoscimento, usino queste nomine come un cavallo di Troia per mettere le mani sull’importantissima partita politica venatoria legata alla gestione, con relativi fondi pubblici, dei territori.
Per ANPA-LiberiAgricoltori serve un nuovo approccio in discontinuità con il passato dove siano considerati, in tutte le aree agricole, prioritari gli interessi del lavoro agricolo, che preservi e valorizzi il diritto e la libertà di essere agricoltore. Governo, Parlamento, regioni e istituzioni locali devono farsi carico di proteggere quanto ancora di produttivo esiste nell’agricoltura e intervenire con politiche attive, mirate alla valorizzazione delle aree rurali, coniugando reddito, salubrità e ambiente. Per fare questo va definitivamente il risolto il problema di convivenza tra agricoltura e animali selvatici.
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