Danni dell'alluvione novembre 2013

26 novembre 2013

Articolo di Giuseppe Mangone, presidente ANPA – LiberiAgricoltori Calabria

Gli agricoltori delle provincie di Catanzaro e Crotone sono stati tutti fortemente danneggiati, in pianura come in collina e montagna, dall’enorme massa d’acqua caduta sui territori, a partire dalla notte e, soprattutto, nelle prime ore del mattino del 19 novembre scorso. Nella piana di Isola Capo Rizzuto, solo fino al giorno prima, le aziende, per irrigare i finocchi, erano costretti a chiedere agli ex IPA (Ispettorati provinciali dell’Agricoltura) quote aggiuntive di gasolio per prelevare acqua dai pozzi con le pompe meccaniche, per fronteggiare la mancanza d’acqua. In poche ore, l’acqua è arrivata allagando i campi e coprendo di fango e detriti intere coltivazioni. In collina, le olive erano pronte per essere raccolte ma, la furia dell’acqua si è sostituita agli scuotitori o alle “pertiche” dei contadini, facendole cadere a terra e rendendole inservibili ai fini della produzione del solito buon olio. Tanti agrumeti, allocati sui lati del fiume Simeri e Alli, sopravvissuti ad altre alluvioni, ancora prima che le relative acque venissero incanalate ai fini irrigui o per uso potabile, sono stati cancellati dalle frane del territorio da un lato e dall’erosione dall’altro. In montagna non si contano le frane e smottamenti. Chi pagherà per tutto questo? Come al solito nessuno. Sono partite le solite richieste di dichiarazioni di “stato di calamità naturale”. Si produrranno i consueti accertamenti dei danni e si faranno le domande di risarcimento. Gli interventi saranno il rinvio delle cambiali agrarie che determinerà un ulteriore aggravamento della situazione finanziaria delle aziende e, fra qualche anno, probabilmente, qualche briciola. Questo andazzo non può più continuare, perché porta solo danni e morte per la nostra economia e per le nostre popolazioni. E poi: tante, tante lacrime di coccodrillo di chi ha il dovere e la responsabilità di operare preventivamente e non lo fa. Occorre una seria politica per il territorio incentrata sui bacini idrogeologici, attivare interventi seri di regimazione delle acque, di pulitura dei canali e dei fiumi, anche attraverso un’efficace mobilitazione dell’importante forza lavoro dei forestali e dei consorzi di bonifica. Un ruolo fondamentale spetta prima di tutto alla regione che deve riunire attorno ad un tavolo tutti i soggetti che possono e devono contribuire a definire e attuare un grande progetto di interventi di prevenzione e salvaguardia del territorio.

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