Agricoltura e rappresentanza
30 novembre 2012
Articolo di Giuseppe Mangone, presidente ANPA Calabria
L’ultimo censimento ISTAT rileva la presenza in Italia di un milione e ottocentomila aziende agricole. Ma, se sommiamo le aziende che le sole organizzazioni più grandi dicono di avere iscritte nei loro libri soci, arriviamo a oltre 3 milioni. In oltre, alcune di esse, indicano una situazione, tutto sommato, buona per l’agricoltura e qualcuna si spinge, addirittura, ad affermare che il settore è pronto ad offrire 200 mila nuovi posti di lavoro. Questa è l’agricoltura della fantasia. La realtà, purtroppo, è ben diversa. Infatti, le aziende iscritte alla camera di commercio a livello nazionale sono meno di 900 mila; in Calabria sono circa 30.000, a fronte delle oltre 130 mila censite dall’ISTAT. Se poi consideriamo le aziende che assumono mano d’opera, esse sono 300 mila in Italia, meno di 10 mila in Calabria. Quanto allo stato di salute dell’agricoltura la verità è che tutte le aziende, anche quelle ben piazzate sul mercato, vivono una crisi molto forte mentre quelle più deboli rischiano di chiudere i battenti. Tutta l’agricoltura è attraversata da una crisi determinata da più fattori. Concorrenza sleale e contraffazione dei prodotti made in Italy, prezzi insopportabili all’origine a fronte di costi di produzione sempre più alti, assenza di credito da parte delle banche, burocrazia asfissiante, alta tassazione alla quale si è aggiunta, per ultimo, l’IMU che gli agricoltori sono costretti a pagare anche sulle stalle e su tutte le strutture anche se chiuse per fallimento. Questa amara realtà non va nascosta ma deve essere affrontata a tutti i livelli con politiche che devono essere attuate attraverso provvedimenti seri ed efficaci per sostenere l’agroalimentare italiano nelle postazioni di mercato già raggiunte e tutti coloro che ancora credono nell’agricoltura a partire dagli attori principali che sono gli agricoltori. In Calabria la situazione non è certamente migliore. Negli ultimi 15 anni sono scomparsi interi comparti come la bieticoltura mentre, molti altri quali il grano duro, il pomodoro, la zootecnia, la suinicoltura in particolare, hanno subito una drastica contrazione. Inoltre, si è fortemente ridotto il reddito dell’olivicoltura dove, malgrado gli sforzi fatti per migliorare la qualità, ancora è troppo scarso il quantitativo di prodotto che viene valorizzato sul mercato attraverso l’imbottigliamento. Infatti, a fronte di una produzione di olio pari al 24% del totale nazionale, ne imbottigliamo meno del 5% . la situazione è ancora più grave per gli agrumi per i quali non si riesce a spuntare prezzi all’origine superiori a 15/20 centesimi per kg. Persino la castanicoltura, fino a poco tempo fa, importante risorsa per le popolazioni delle aree interne, rischia di scomparire a causa dell’attacco alle piante dell’insetto parassita “CINIPIDE GALLIGENO” iniziato nel 2009. Il settore potrebbe essere salvato attraverso dei lanci dell’insetto predatore “TORINO FINENSIS”, con un costo inferiore a 200 mila euro che la regione non riesce a reperire. Una situazione più positiva si registra per la vitivinicoltura che, malgrado la riduzione della superficie coltivata, ha raggiunto importanti risultati per la qualità dei vini e per la loro valorizzazione sul mercato interno e internazionale. Anche il settore del latte di qualità, per le 400/500 aziende rimaste, registra un buon andamento, anche per ciò che concerne il prezzo all’origine, grazie al sistema che ruota attorno a Calabrialatte. Per affrontare la grave situazione fin qui descritta, si ripresenta l’opportunità della nuova riforma della Politica Agricola Comunitaria per il 2014/2020 che riguarderà il finanziamento degli aiuti diretti ai produttori che, malgrado la riduzione di circa 100 milioni di euro, resta un elemento di straordinaria importanza e il finanziamento dei fondi strutturali, in base ai quali dovrà essere impostata la nuova programmazione per i prossimi sette anni. È evidente che la Calabria non può perdere questa occasione. Affinchè ciò avvenga, è necessario prima di tutto il rispetto delle scadenze previste dal regolamento comunitario. Da questo punto di vista è importante che il dipartimento agricoltura abbia insediato il tavolo del partenariato al quale, come ANPA, daremo il nostro contributo per varare un programma incentrato sull’agricoltura e sulle aziende reali e non di fantasia ma, contemporaneamente e speditamente, occorre procedere su altri fronti quali: mettere in atto un buon sistema di informazione e divulgazione, snellire le procedure di attuazione del programma, approntare un efficace ed efficiente sistema di valutazione dei progetti e di monitoraggio della spesa, sganciato da qualsiasi forma di gestione clientelare e di difesa di interessi corporativi, assicurare il credito necessario alle aziende per realizzare gli investimenti. Queste sono condizioni indispensabili per qualificare la spesa e assicurare un futuro alla nostra agricoltura.