Crisi di Mercato
28 gennaio 2012
COMUNICATO STAMPA
Addebitare la grave crisi di mercato che investe i principali prodotti dell’agricoltura calabrese allo sciopero degli autotrasportatori è veramente ridicolo. In questi giorni le maggiori organizzazioni di rappresentanza agricola della nostra regione hanno riproposto analisi di carattere generale fatte dalle loro rispettive organizzazioni nazionali sui danni provocati dal blocco dei trasporti alle produzioni agricole. Le affermazioni fatte e i dati forniti non hanno alcun riscontro con la realtà calabrese. L’olio extravergine d’oliva e gli agrumi che rappresentano i prodotti più importanti dell’agricoltura calabrese, sono invenduti perché i prezzi che vengono proposti sono di circa euro 3,50/litro per l’olio e di centesimi 20/25/Kg per gli agrumi e, poco importa anche quando si tratta di arance e mandarini da agricoltura biologica con tanto di certificazione, come si è verificato, soprasttutto, nell’area ionica reggina. Per quanto riguarda gli altri settori come, ad esempio la zootecnia, bisogna avere il coraggio di dire che la fortissima riduzione dei capi allevati è il frutto di politiche sciagurate e di una asfissiante burocrazia che hanno azzerato gli sforzi che gli allevatori hanno compiuto per ammodernare le proprie aziende e migliorare la loro capacità competitiva. Così, i suini in poco meno di un decennio sono passati da 20 mila capi a 2 mila capi, a fronte di un consumo annuo di oltre 300 mila capi. Si è, inoltre, ridotta drasticamente la zootecnia da latte e da carne mentre, ancora oggi, non si è riusciti a debellare la brucellosi, malgrado le ingenti risorse impegnate dall’assessorato regionale alla sanità. Quali sono i risultati conseguiti attraverso la spesa dei fondi comunitari in agricoltura? Cosa centra lo sciopero di pochi giorni degli autotrasportatori con tutto ciò? Quanti TIR partiranno dalla Calabria, carichi di prodotti calabresi, ora che lo sciopero è finito? Come sottacere l’assoluta disattenzione del governo nazionale rispetto ai problemi drammatici che gli agricoltori vivono, ormai, consecutivamente da alcuni anni? Per gli agricoltori la manovra economica del governo contiene dei punti inaccettabili quali: • L’applicazione indiscriminata dell’imposta municipale sugli immobili (IMU) compresi i terreni e fabbricati agricoli produttivi; • L’aumento delle aliquote contributive a carico dei lavoratori autonomi; • L’aumento delle accise sui carburanti; • L’eliminazione di alcune agevolazioni riservate ad aree montane e svantaggiate. Queste misure devono essere modificate e il settore agricolo deve avere dal governo e dalle forze politiche l’attenzione necessaria che merita un settore importante e vitale quale è quello agricolo. La manovra del governo aggrava la crisi dell’agricoltura perché fa aumentare, fino a livelli insostenibili, i costi produttivi, contributivi e burocratici a fronte di una costante riduzione dei prezzi ai produttori. Questa insostenibile situazione deve essere affrontata attraverso una forte mobilitazione di tutti gli agricoltori a livello regionale e nazionale, al di là delle appartenenze. Sicuramente inutili sono, invece, le sceneggiate e le parate quali quelle a cui abbiamo assistito in questi giorni con la pretesa dichiarata di venire incontro a pensionati e cittadini disagiati attraverso la distribuzione gratuita di qualche quintale di prodotto. Il blocco dei trasporti, secondo le informazioni fornite all’ANPA Calabria dai produttori, ha inciso in misura lieve sulle produzioni orticole mentre la crisi che investe l’agricoltura calabrese, come prima indicato, ha ben altre origini.