Agricoltura Sociale

20 dicembre 2011

Comunicato stampa

La Commissione Agricoltura, presso la Camera dei Deputati, il 19 dicembre ha tenuto una audizione sull’agricoltura sociale per acquisire il parere di tutti i soggetti interessati in vista della specifica legge nazionale che la stessa commissione sta predisponendo. Per l’Associazione Nazionale Produttori Agricoli - ANPA hanno partecipato il presidente nazionale, Furio Venarucci e il presidente di ANPA Calabria, Giuseppe Mangone. Di seguito si riporta il testo del documento illustrato in commissione da Giuseppe Mangone Nell’ambito della ricerca di nuovi spazi su cui muovere l’Agricoltura, oramai da tempo, sono state avviate una serie di attività aggiuntive a quella produttiva che trovano sintesi nella denominazione di agricoltura multifunzionale. Alle funzioni storicamente svolte quali la produzione di beni alimentari attraverso le coltivazioni e gli allevamenti, la difesa e salvaguardia dell’ambiente e del territorio, attraverso la presenza dell’uomo, soprattutto nelle aree più difficili, negli ultimi anni, si sono aggiunte quelle relative alla produzione di energia da biomasse, agriturismo, fattorie didattiche e agricoltura sociale. L’Agricoltura ha sempre avuto una funzione sociale. Essa ha rappresentato, nel tempo, una valvola di sfogo in presenza di situazioni di disagio di vario genere. Basti pensare che, già tanti anni fa, furono proprio le aziende agricole i luoghi prescelti per sostituire gli angusti ospedali per malati di mente. La stessa cosa, come è noto, è avvenuta per il recupero dei tossicodipendenti attraverso le attività svolte dalle comunità. In ogni caso, fino a poco tempo fa, la gestione delle attività sociali in agricoltura è avvenuta quasi esclusivamente attraverso le cooperative sociali e le comunità. L’elemento di novità oggi è che si sta manifestando un crescente interesse degli agricoltori per un loro diretto impegno nell’agricoltura sociale. Questo impegno, naturalmente, non può essere sostitutivo, né in contrasto con le importanti e particolari attività svolte dalle cooperative sociali, dalle comunità e dalle altre forme di associazioni di volontariato le quali devono continuare la loro azione in agricoltura negli spazi e secondo le modalità propri, avvalendosi della normativa vigente. La fattoria sociale può fornire beni e servizi di utilità sociale in diversi settori: assistenza sociale, sanitaria e socio sanitaria; educazione, istruzione e formazione; turismo sociale; formazione extra scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica ed al successo scolastico e formativo. L’agricoltore è ben consapevole della diversità e della particolarità di un impegno diretto nel sociale e sa bene che ciò è cosa assolutamente diversa dall’attività agrituristica e didattica che, probabilmente, già esercita perché diversi sono i bisogni dei soggetti interessati. Pertanto, sia ai titolari delle imprese agricole sia ai loro collaboratori deve essere rivolta una specifica formazione per conseguire la qualifica di “operatore agrisociale”. L’agricoltore e la sua azienda possono essere uno strumento di straordinaria valenza in particolare per l’accoglienza, per l’inclusione ed il recupero di soggetti con problemi (disabili, ex tossicodipendenti, ex detenuti, ragazzi a rischio, etc.). In questo caso, l’azienda agricola va ben oltre la temporanea ospitalità e diventa la sede dove realizzare tutte le attività necessarie per raggiungere l’obiettivo del recupero e del reinserimento nell’attività lavorativa e nella società. Quello che bisogna evitare è confondere il ruolo dell’azienda agricola con quello delle cooperative sociali e delle comunità. L’azienda agricola, così come avviene nel caso in cui svolge le attività agrituristica e delle fattorie didattiche, deve mantenere la produzione come funzione principale senza pensare di trasformarsi in un ospedale o una comunità, così come né l’agricoltore, né gli operai dell’azienda devono trasformarsi in medici, infermieri e tutori. Nel portare avanti questa attività l’agricoltore ha bisogno di essere affiancato dalle strutture che erogano servizi socio assistenziali: Enti pubblici, cooperative sociali, associazioni di volontariato ed Enti no-profit, attraverso la stipula di apposite convenzioni o protocolli d’intesa. Occorre normare questo specifico segmento dell’agricoltura sociale a livello nazionale e adeguare eventuali leggi regionali o regolamenti già in essere. L’iniziativa di procedere a questa indagine conoscitiva sullo stato dell’agricoltura sociale in Italia è assolutamente apprezzabile e utile. L’ANPA manifesta fin da ora la piena disponibilità a collaborare nei modi e nelle forme che saranno definite e richieste.

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