10/06/2021
Confronto tra le aziende
alla ricerca della diversificazione e della multifunzionalità
Inizia il viaggio tra le realtà agrituristiche calabresi
Il primo con “San Leo” e “Le Terre di Zoe”
Giunge alle battute conclusive il progetto “Agricoltura: Laboratorio di Arte, Cultura, Ambiente e Benessere” promosso da “Agricoltura è”, associazione dell’ANPA - LiberiAgricoltori Calabria e cofinanziato del FEARS - PSR Calabria nella misura di sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione. Terminata la sezione relativa alla formazione e all’apprendimento del vasto campo della multifunzionalità e dei vari settori che interessano il panorama dell’agricoltura, ora i partecipanti si proiettano direttamente nella praticità di ciò che fino ad oggi è stato possibile apprendere dall’esperienza degli illustri relatori intervenuti nel corso degli incontri.
Originariamente, ha spiegato la presidente Rosa Critelli, l’intera “classe” di imprenditori che ha preso parte ai seminari, avrebbe dovuto raggiungere di persona le numerose aziende agricole collocate in ogni angolo del territorio regionale. Purtroppo, gli imprevedibili avvenimenti pandemici, hanno compromesso tale opzione ma senza distogliere la volontà di “Agricoltura è” e “Anpa - LiberiAgricoltori Calabria” di proiettare virtualmente i convenuti nelle aziende in questione. Un confronto costruttivo in cui i proprietari delle aziende potranno scambiarsi idee ed entrare a conoscenza di tecniche innovative e nuovi approcci con i vari settori dell’agricoltura e dell’agriturismo.
Il primo confronto ha visto protagoniste le aziende agrituristiche “San Leo” di Bova (RC) e “Le Terre di Zoe” di Limbadi (VV). Due distinte clip, curate dagli organizzatori del progetto, hanno quindi introdotto ed accompagnato i presenti in un viaggio virtuale negli agriturismi, con la narrazione da parte degli stessi titolari delle aziende.
Nel primo video, girato presso l’agriturismo “Le Terre di Zoe” di Limbadi, ad accompagnare nel tour è stata Giovanna Frisina. “Le Terre di Zoe” è una azienda agricola a conduzione familiare che si estende per 15 ettari nella piana di Gioia Tauro. È suddivisa in tre capi principali: uno situato ad Oppido, in cui è presente un uliveto della varietà ottobratica e le arance valencia e rose; il secondo a San Ferdinando, dove vi è un impianto di avocado; mentre il terzo corpo si trova a Limbadi, sede principale dell’azienda, dove vengono coltivate clementine, limoni, melograno, kiwi e avocado.
L’azienda, ha spiegato Frisina, ha voluto adattarsi ai tempi, puntando notevolmente sulla diversificazione. «Si produce di tutto un po’, proponendo prodotti di minor quantità ma a miglior qualità» ha affermato. L’attività agricola, totalmente biologica, è stata, negli anni, oggetto di ampliamento soprattutto in termini di multifunzionalità, con l’attivazione di un laboratorio di trasformazione in cui si producono marmellate e succhi di frutta. La struttura agrituristica era una vecchia stalla, di cui sono state mantenute al massimo caratteristiche e peculiarità.
L’azienda fa anche attività di promozione turistica, non solo accogliendo i turisti presso la propria tenuta, ma consigliando agli stessi, quali siano i posti più belli e suggestivi del territorio. Su questa linea e riprendendo alcune relazioni trattate negli scorsi appuntamenti, Frisina ha altresì discusso sull’importanza dei siti internet per la promozione delle aziende, ravvisando come i turisti, oggi al contrario di ieri, preferiscano maggiormente l’approccio con il sito ufficiale dell’azienda rispetto al Booking.
In ultimo, le telecamere del progetto sono giunte all’interno del laboratorio artigianale per poi concludere la visita nelle aree di conservazione, confezionamento ed etichettatura dei prodotti.
La clip successa ha raggiunto l’agriturismo “San Leo” di Bova, dove ad illustrare le caratteristiche dell’azienda è stato Leo Autelitano. L’azienda sorge sull’Aspromonte, una terra che si presta in modo considerevole all’allevamento ed infatti, in questa realtà del reggino, si pratica l’allevamento delle capre. La scommessa di questa azienda frutticola, ha spiegato Autelitano, è quella di riprendere la tradizione della lavorazione del latte di capra puntando a valorizzarlo. Un centinaio le capre di cui dispone l’azienda e con il cui latte ricava il noto caprino di Aspromonte, realizzato sulla base di un apposito disciplinare.
Le telecamere si sono quindi spostate presso un raro impianto di nashi, frutto nato dall’incrocio tra il melo e il pero, un ibrido proveniente dal Giappone, Paese in cui si ha un’affermata e secolare produzione di questo frutto ma che, in Italia, risulta essere ancora poco sviluppato.
Dall’impianto di nashi si passa ad un giovane meleto di 5 mila metri quadri, in cui vengono impiantate molteplici varietà di mele. Autelitano ha descritto le condizioni climatiche ottimali per la coltivazione e di come queste possano incidere notevolmente sulla produzione e sulla qualità dei frutti.
Dalla coltivazione all’allevamento delle capre, con le immagini degli animali e la descrizione di come queste vengano curate.
Importante, anzi si può dire centrale, in ultimo, la degustazione dei prodotti a chilometro zero, con la proposta di un ricco menu della tradizione contadina. «Siamo profondamente convinti che l’agricoltura si debba aggregare con la zootecnia e viceversa.
Successivamente alla visione dei filmati, si è quindi passati alla discussione con i titolari Teresa Teodora Di Certo e Lucia Cristina Pistocchi, a disposizione per chiarire eventuali interrogativi dei presenti.
Ha quindi preso la parola il presidente dell’ANPA - LiberiAgricoltori Calabria, Giuseppe Mangone, argomentando sulla profonda crisi che il settore continua ad affrontare e di come, tali confronti tra le aziende, possano rappresentare una forma di sprone a non gettare la spugna. Mangone ha guardato con ammirazione allo sforzo per la diversificazione delle due aziende, auspicando che le istituzioni preposte possano mettere in campo politiche corrette indirizzate ad una maggiore pubblicità e conoscenza delle aziende, ma soprattutto puntino a migliorare i servizi e le infrastrutture pubbliche.
Le conclusioni sono state quindi della presidente Critelli che ha evidenziato come «i punti di forza delle aziende non possono essere codificati, ciò che fa la differenza sono le persone che gestiscono queste realtà territoriali», rimarcando la lodevole forza di volontà che spinge questi imprenditori a farsi spazio anche in un periodo non proprio roseo per il settore