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4 marzo 2021

Le fattorie sociali ed il rilevante contributo dell’agricoltura verso quanti necessitano di un concreto supporto

Svolto il terzo appuntamento del ciclo di seminari promossi da “Agricoltura è” Calabria

Concluso positivamente anche il terzo appuntamento del progetto “Agricoltura: Laboratorio di Arte, Cultura, Ambiente e Benessere” promosso dall’associazione “Agricoltura è” Calabria e cofinanziato dal FEARS – PSR Calabria 2014/2020 nella misura di sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione. Al centro del nuovo incontro, una delle realtà più antiche ed importanti nell’ambito del settore agricolo: la fattoria sociale. Un ambito molte volte lasciato ai margini dell’attenzione del legislatore ma che trova un ruolo fondamentale tra le attività multifunzionali, l’ultima riconosciuta ma quella da sempre esistita tra le famiglie che vivono questo settore.

Notevole partecipazione, che continua a crescere incontro dopo incontro, attraverso la piattaforma digitale “Zoom” che unisce imprenditori ed agricoltori di ogni angolo della regione, garantendo una partecipazione attiva fatta di interventi, chiarimenti e quesiti.

A relazionare sulla tematica è la presidente di “Agricoltura è”, Rosa Critelli, che in modo chiaro delinea ai presenti il corso degli eventi che hanno permesso all’agricoltura o fattoria sociale di ricevere un riconoscimento ufficiale, permettendo alla stessa di essere un importante strumento d’aiuto per i servizi alla popolazione. L’azienda agricola diviene così una valvola di sfogo per situazioni di disagio, che già in passato ha concesso in modo semplice, spontaneo, un aiuto concreto a quanti siano affetti da menomazioni psicofisiche temporanee o permanenti, ma anche per mantenere in attività soggetti anziani o garantire una sana ed equilibrata crescita dei bambini. Il supporto del settore agricolo localizzato nell’ambito delle fattorie sociali, ha altresì contribuito al recupero di tossicodipendenti, fornendo servizi sociali impliciti, praticati, per l’appunto, senza avere quasi la contezza di ciò che si svolge, in quanto il soggetto è letteralmente rapito da quell’attività e la porta avanti in modo del tutto naturale.

La mutazione da semplice fattoria a fattoria sociale, con quella miriade di servizi che quest’ultima è in grado di offrire, ha quindi animato la centralità dell’intervento della presidente Critelli. Educazione, istruzione, formazione ma anche assistenza sociale e sanitaria, quindi riabilitazione, terapia, integrazione nella società ed apprendimento permanente, tra i principali servizi spiegati dettagliatamente da Critelli. E poi il quesito: perché la fattoria è prescelta in tale ruolo? «Perché offre un contesto ineguagliabile rispetto ad altri luoghi» ha affermato Critelli, guardando ad attività come prendersi cura di animali e piante, assistere dunque all’evoluzione della vita ed assimilare l’orologio ed i ritmi della natura, imparando la pazienza, l’attesa e la soddisfazione nel vedere maturare i frutti del proprio lavoro.

«La Fattoria sociale rappresenta dunque una risposta concreta ai bisogni manifestati dalla società, soprattutto nelle aree del Sud Italia ed in quelle marginali» ha evidenziato la presidente di “Agricoltura è”, definendo poi la consapevolezza dell’agricoltore sociale, chiamato ad un approccio differente alle attività che si pone in relazione rispetto ai soggetti che l’agricoltore avrà in affidamento. Sia l’agricoltore che i suoi dipendenti dovranno dunque seguire un periodo di formazione volto a preparare gli stessi all’esperienza del caso.

Ma c’è una precisazione importante. «L’azienda agricola non deve trasformarsi in un ospedale o in una comunità di recupero, così come l’agricoltore non può diventare un medico o un assistente sociale - ha voluto specificare Critelli - il ruolo dell’agricoltore rimane tale e l’azienda dovrà comunque portare avanti le sue attività storiche». Nella fattoria sociale verrà difatti ritagliato uno spazio protetto dove i soggetti, affetti da problematiche di vario genere, possono svolgere attività attinenti ad un ruolo preciso nell’azienda.

Si è quindi passati ad un’analisi dettagliata della normativa nazionale e regionale inerente la materia oggetto del seminario, rilevando delle falle nel regolamento attuativo regionale della legge n.14 del 2009, che avrebbe dovuto esplicitare meglio le diverse fattispecie.

L’attenzione si è particolarmente soffermata sui punti della normativa regionale, partendo dall’iscrizione all’albo delle fattorie sociali e specificando quali siano i diversi soggetti considerati svantaggiati dal testo in questione. Poi riferimenti mirati hanno posto sull’attenti i partecipanti in merito alle cause di illegittimità che potrebbe sorgere nelle convenzioni volte al riconoscimento della fattoria sociale.

Dati alla mano, Critelli ha quindi riportato i numeri di un’indagine conoscitiva condotta su un campione di 353 aziende sociali a fronte di circa duemila esistenti sul territorio nazionale, rilevando come, delle 123 che hanno aderito al report, 64 siano gestite da cooperative sociali e solo 29 da imprese individuali.

Nel dettaglio, il territorio calabrese presenta in totale 18 aziende iscritte all’albo, un numero che potrebbe crescere notevolmente anche e soprattutto grazie a cooperative come quelle gestite dal gruppo Goel, «un’esperienza valida - ha sottolineato Critelli - che può essere d’esempio per quelle che stanno cercando di intraprendere questa attività».

In chiusura, proficuo dibattuto tra i presenti, ai quali si è aggiunto l’intervento del Presidente di Anpa – LiberiAgricoltori Calabria, Giuseppe Mangone, riportando gli aspetti storici che portarono alla stesura della normativa regionale sul settore della multifunzionalità, dove un ruolo marginale giocò, proprio, l’ambito sociale. Ne è conseguito un quadro di norme carenti, percui, molteplici aspetti andrebbero rivisti, per Mangone, tanto nella legge quanto nel regolamento attuativo. «Credo che in Calabria ci sia bisogno di fattore sociali - ha affermato il Presidente di Anpa - LiberiAgricoltori, specificando altresì come - l’agricoltura potrebbe offrire un grande contributo sociale solo con investimenti adeguanti in questa direzione».

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