19 ottobre 2018
Lettera aperta ai Consiglieri della Regione Calabria
Agriturismo
Errare è umano, perseverare è diabolico
Il Consiglio regionale approvi subito l’abolizione del comma 5 bis e 5 ter dell’art. 13 della legge regionale n. 14 del 2009 “Nuova disciplina per l’esercizio dell’attività agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole.
Ciò è urgente e indispensabile per evitare che la regione, da una parte, attraverso il PSR, conceda il premio e il finanziamento di progetti di investimento ai giovani per insediarsi in agricoltura e, dall’altra, attraverso i commi 5 bis e 5 ter dell’art. 13 della legge regionale 14/2009, nel caso in cui l’azienda nella quale i giovani devono subentrare svolge l’attività agrituristica, impedisce agli stessi di poter avviare l’attività.
I commi citati stabiliscono quanto segue:
“5 bis. Possono essere iscritti nell’elenco di cui al comma 1 gli operatori la cui azienda agricola, ubicata nel territorio regionale, sia dotata di un’adeguata organizzazione, e che siano in possesso dei seguenti requisiti: a) esercitare, da almeno due anni, l’attività agricola in qualità di imprenditore agricolo titolare di azienda o, se si tratta di coniuge, parente entro il terzo o affine entro il secondo grado dell’imprenditore, in qualità di coadiuvante familiare comprovata dall’iscrizione all’INPS ai sensi dell’articolo 230 bis del codice civile; b) aver partecipato, con esito favorevole, al corso formativo di cui al precedente articolo 12.
5 ter. Nell’elenco di cui al comma 1 possono, altresì, essere iscritte le società agricole in qualsiasi forma costituite tra imprenditori agricoli allo scopo di esercitare l’attività agrituristica. In tal caso, i requisiti di cui al comma 6 bis, lettera a) devono essere posseduti da almeno uno dei soci e i requisiti di cui alla lettera b), anche dal soggetto preposto all’esercizio dell’attività agrituristica.”
Ne consegue che nel caso di decesso o di impedimenti vari del titolare di un’azienda agrituristica, l’unica possibilità per trasferire la conduzione dell’azienda è che il soggetto subentrante sia già insediato in agricoltura da almeno 2 anni. Quindi, un titolare di azienda agrituristica che ha un figlio diplomato o laureato in agraria o scienze degli animali, oppure più componenti della famiglia che da sempre hanno collaborato nell’azienda per mandare avanti l’attività senza l’iscrizione all’INPS, a nessuno di loro può trasferire l’attività e, quindi, deve chiudere l’agriturismo. Una conseguenza, questa, che stanno già pesantemente pagando le aziende che hanno sfortunatamente avuto il decesso del titolare mentre, la stessa sorte toccherà alle aziende che dovranno realizzare il trasferimento in favore dei giovani che sono stati o verranno finanziati con i bandi PSR sul primo insediamento giovani.
L’ANPA Calabria e “Agricoltura è” insieme a tutte le altre Organizzazioni presenti nell’Osservatorio regionale dell’Agriturismo, nella riunione del 4 aprile 2018, appositamente convocata dalla Dirigente Alessandra Celi per discutere del problema, si sono espresse in favore dell’abolizione dei comma 5 bis e 5 ter dell’art. 13 della legge 14/2009, per superare l’inconcepibile, ingiustificabile e rovinosa situazione che la norma crea per i giovani e per le aziende, chiedendo la modifica della legge.
Sull’argomento, finalmente, si è espressa la Giunta regionale con delibera n. 446 del 11 ottobre 2018 che affronta il problema, però, solo nel caso del decesso del titolare dell’azienda lasciando invariato tutto il resto.
ANPA – LiberiAgricoltori Calabria rivolge un forte appello a tutti i consiglieri regionali per prendere a cuore questa incresciosa situazione e impegnarsi in consiglio regionale a compiere l’unico atto giusto che è quello di abolire i due comma della legge per ricomporre una situazione di normalità sia per i giovani sia per le aziende.
Denunciamo, infine, che il problema si pose anche nel 2009 in fase di approvazione della citata legge. I Comma 5 bis e 5 ter non erano previsti nella proposta presentata alla seconda commissione del Consiglio regionale e sulla quale vi era stata l’audizione delle Organizzazioni professionali Agricole.
Al Presidente della regione, Mario Oliverio, ribadiamo che si tratta di un provvedimento sbagliato oggi come allora e riteniamo, in questo caso, molto calzante il famoso detto: “Errare è umano, perseverare è diabolico.