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Lettera aperta al Presidente della Regione

Calabria, Giuseppe Scopelliti

Zootecnia: situazione al collasso per gli

Allevatori calabresi

18 Ottobre 2012 

 

A novembre 2011, l’ANPA Calabria manifestò la propria contrarietà alla proposta di Piano straordinario per l’eradicazione della brucellosi bovina e ovicaprina, della leucosi e tubercolosi bovina, presentata dalla tasck-force veterinaria nominata dalla regione e ribadì la necessità di procedere, come era stato fatto altrove, alla vaccinazione del bestiame o di consentire, a chi lo voleva fare, l’uso del vaccino per debellare gli ultimi focolai di infezione presenti. Ciò perché l’ANPA riteneva che Sarebbe stato molto meglio dare continuità ed insistere con le azioni già in corso e che avevano prodotto buoni risultati, come si poteva rilevare dai dati ufficiali forniti dai Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie della nostra Regione che, relativamente all’andamento epidemiologico della brucellosi bovina, brucellosi ovi-caprina e tubercolosi bovina e bufalina e leucosi, dal 2007 alla fine di gennaio 2011, negli allevamenti zootecnici soggetti al risanamento obbligatorio, registrava la seguente situazione sanitaria: Su un totale di n. 6.238 allevamenti bovini e bufalini soggetti al Programma, il numero degli allevamenti bovini ancora non ufficialmente indenni alla brucellosi era solo di n.60. Su un totale di n. 8.317 allevamenti ovi-caprini soggetti al programma, il numero degli allevamenti ancora non ufficialmente indenni per la brucellosi ovi-caprina era solo di n.61. Per la Tubercolosi bovina e bufalina, il numero degli allevamenti ancora non ufficialmente indenni era solo di n.11. Per la Leucosi il numero degli allevamenti ancora non ufficialmente indenni era solo di n.8. Tutte le aziende zootecniche della Calabria erano state sottoposte al controllo sanitario con una copertura quasi del 100% degli allevamenti soggetti al programma. Per raggiungere questi risultati, gli allevatori calabresi, in attuazione dell’ordinanza ministeriale del 16 novembre 2006, avevano già dovuto sostenere, a partire dal 2007, ingenti spese economiche. Basta pensare che il patrimonio zootecnico calabrese era composto per quasi il 70 percento da allevamenti con rispettivi capi non ufficialmente indenni alle zoonosi, malattie soggette a risanamento obbligatorio. La regione, con il consenso delle altre Organizzazioni Agricole ha, invece, deciso di avviare un piano regionale costoso, complicato nei meccanismi attuativi e, nei fatti, inattuabile. I fatti hanno dato ragione all’ANPA. Alla prima scadenza (30 giugno 2012) le azioni fondamentali previste, in gran parte non erano state svolte o lo erano state in misura assolutamente insufficiente. Da qui, la decisione della regione di prorogare i termini al 30 settembre 2012. Anche questa data ormai è trascorsa ma la situazione sanitaria veterinaria Calabrese, relativamente alla brucellosi, tubercolosi e leucosi bovina e brucellosi ovicaprina resta fortemente preoccupante per l’incapacità del Servizio Veterinario Regionale di programmare una attività sanitaria così complessa, mentre la regione che dovrebbe vigilare assiste con assoluta indifferenza. Dai dati in nostro possesso, risulta che almeno 38.000 (trentottomila) capi bovini non sottoposti a regolare controllo sanitario hanno perso la qualifica di “Ufficialmente Indenne alla brucelllosi, tubercolosi e leucosi”. Il mancato controllo sanitario non consentirà il raggiungimento, per l'anno 2012, di quanto previsto dalle norme Comunitarie, Nazionali e Regionali, le quali impongono il controllo semestrale di tutti i capi soggetti al programma. Di fatto, tutti i capi non controllati, obbligatoriamente, dovranno essere sottoposti ai vari controlli sanitari, per riacquisire la qualifica sanitaria di “Ufficialmente Indenni” con danni economici elevatissimi per la Comunità Europea ed in particolar modo per gli allevatori, i quali non possono movimentare gli animali danneggiati per "mancato reddito". L’ANPA si riserva di denunciare e rendicontare dettagliatamente tutto ciò e anche molto altro all'Ufficio preposto della Comunita Europea ed al Ministero della Salute . Non si può perdere altro tempo. Bisogna intervenire seriamente nel settore zootecnico per debellare le malattie autorizzando, visto l’ennesimo fallimento, anche l’utilizzo del vaccino. Ciò deve essere fatto prima che ad essere debellato sia ciò che è rimasto della zootecnia, sotto il permanere di un sistema sanitario regionale che genera inefficienze, costi e nessun vantaggio per gli allevatori che continuano a chiudere le stalle perché non c’è la fanno più. Occorre, inoltre, una svolta nella gestione delle APA e dell’ARA dove, ultimamente, è emersa l’assoluta incapacità delle altre Organizzazioni Agricole di assicurare un buon funzionamento, per la rissosità che regna fra di esse per l’accaparramento del potere gestionale delle strutture, consegnando, com’è avvenuto a Cosenza, la rappresentanza ai carabinieri.

 

 Giuseppe Mangone, Presidente Associazione Nazionale produttori Agricoli della Calabria

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