I simboli dell'Olivo

L’olivo ha avuto un ruolo molto importante nella storia degli uomini non solo dal punto di vista alimentare ed economico.

La Bibbia racconta che dopo il diluvio universale, Noè mandò fuori dall’Arca una colomba in esplorazione; il diluvio era finito, il cielo era terso e solcato da uno splendido arcobaleno e la colomba tornò da Noè portando nel becco un ramoscello dalle foglie argentate; era un ramoscello d’olivo, segno che la vita stava tornando ad animare la terra e che Dio si era riappacificato con gli uomini. E così che l’olivo divenne simbolo di pace per gli uomini ed è per questo che si usa, la Domenica delle palme, far benedire un ramo d’olivo come simbolo della riconciliazione con Dio”.

L’olivo è stato da sempre considerato una pianta sacra. L’olio d’oliva viene identificato con lo “Spirito di Dio” e da ciò nasce l’unzione regale e sacerdotale. Infatti, la religione cristiana, riferendosi proprio all’olivo ed al suo olio, citati nel Vangelo, estese il dono dell’olio benedetto a tutta la comunità dei credenti.

L’olio d’oliva benedetto si usa per il battesimo, per la consacrazione dei sacerdoti, per offrire l’estrema unzione ai morenti e, infine, con l’olio d’oliva si segna la fronte dei soldati di Cristo. Nel giardino del Getzemani a Gerusalemme sopravvivono otto piante di ulivo che pare siano stati rigenerati dai polloni degli antichi alberi sotto i quali Gesù pregava e soffriva.

Gli antichi Romani onoravano i cittadini illustri e gli sposi il giorno delle nozze e della loro prima notte con corone di foglie di olivo. I morti venivano inghindarlati di foglie di olivo per significare di essere vincitori nelle lotte della vita umana.

Per spiegare l’origine del primo albero di olivo coltivato, ogni grande civiltà del Mediterraneo attribuì ad eroi e divinità la creazione dell’olivo.

 

Secondo la mitologia greca, così nacque l’olivo: Zeus, una volta sconfitti gli dei primitivi e creati gli uomini, divise con i suoi due fratelli il governo il mondo: Ade ottenne il regno dell’oltretomba, Posidone il regno delle acque e del mare, Zeus assunse il dominio sul cielo e sulla terra.

Posidone accettò volentieri il dominio delle acque e del mondo del mare. Questo mondo gli conferiva immensi poteri su uomini e dei. Egli aveva il potere di controllare i venti e le onde, di scatenare tempeste e l’obbedienza dei mostri marini più spaventosi, per questo i marinai, i pescatori e i naviganti lo temevano e lo veneravano. Gli dei, invece, erano succubi della sua potenza e dovevano cercare il suo consenso per tutte le imprese che riguardavano anche il mare. Ma, con il passare del tempo, a Posidone non bastava più il dominio del mare e gli venne il desiderio, pensate un po’, di regnare anche sulla terraferma. Puntò gli occhi sull’Attica, la regione greca in cui sorgeva la città di Atene. Ma quella regione aveva la protezione di Atena, figlia di Zeus e dea intelligentissima e saggia.

Atena possedeva tantissime doti: era la dea della guerra combattuta con intelligenza per un nobile ideale, sapiente, consigliera di dei ed eroi, capace di appianare le dispute con la forza del ragionamento, inventò l’aratro, il telaio, l’ascia, le vele, il flauto e la tromba era anche la protettrice di tutte le arti femminili. Naturalmente, Atena contestò le pretese di Posidone con tutte le sue forze.

La disputa si fece sempre più aspra, finché i due si sfidarono in combattimento. Zeus, però, non poteva consentire una guerra tra sua figlia e suo fratello e decise, quindi, di assegnare il governo dell’Attica a chi dei due avesse regalato il dono più utile.

Posidone emerse dal mare e con il suo tridente perforò il suolo roccioso facendovi scaturire un cavallo.

Atena, invece, puntò la sua lancia e fece spuntare un albero di olivo.

Fu interpellato il tribunale degli dei a decidere quale dono fosse più utile. Ma gli dei votarono per Posidone e le dee per Atena, Zeus si astenne dal voto per non fare un torto alla figlia che non l’avrebbe mai perdonato e, per un voto vinse Atena.

La città dell’Attica fu posta sotto la speciale tutela della dea e si chiamò Atene. Da quel giorno, inoltre, Atena diventò protettrice dell’olivo.

 

 

 

 

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