16 novembre 2018

L'ANPA sconfigge ancora una volta Coldiretti

“La Repubblica Italiana riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singoli sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità…” (Art. 2 Cost.). La nostra Carta Fondamentale fissa il pluralismo come principio fondante del nostro ordinamento e la tutela delle istanze di tutti i cittadini (prescindendo dalla dimensione di chi le rappresenta) come pilastro della nostra democrazia. Pertanto, qualsiasi soggetto organizzato, per quanto grande possa essere, non potrà mai rappresentare totalmente nessuno dei settori, segmenti o categorie attraverso i quali si articola una società basata sulla democrazia.

Di questo, Coldiretti non riesce a farsene una ragione e, pertanto, si adopera con ogni mezzo, più o meno lecito, contro chiunque detiene una parte della rappresentanza nel settore dell’agricoltura. Così, accecata dall’arroganza e dall’odio, si è battuta e si batte contro ANPA-Liberi Agricoltori in Calabria e in Italia, perdendo miseramente in tutte le occasioni.

E’ stato così nel 2011 quando, per impedire che l’ANPA venisse riconosciuta dalla regione Calabria come Organizzazione Professionale Agricola, Coldiretti si è adoperata con tutte le forze: sul piano legale, presentando ricorso al TAR e, sul piano politico, chiedendo il sostegno e l’intervento di alcuni personaggi e partiti. La vicenda, però si è conclusa con due sentenze in favore dell’ANPA e con un provvedimento della regione che, dopo un anno di istruttoria, ha riconosciuto all’ANPA il requisito di “Organizzazione Professionale Agricola Maggiormente rappresentativa”. Un requisito, questo, in base al quale, viene riconosciuto all’ANPA Il diritto di partecipare ai tavoli, ai comitati e alle commissioni istituzionali previsti per espletare le regole della partecipazione democratica. Ma, l’organizzazione dell’allora presidente regionale, Pietro Molinaro, non si rassegna e con il sostegno dell’assessore all’agricoltura dell’epoca, Trematerra, ottiene una inqualificabile, quanto incostituzionale, modifica della legge regionale 14/89, approvata a maggioranza dal consiglio regionale nottetempo a dicembre 2013, definita una “porcata” da alcuni consiglieri, in base alla quale, un’Organizzazione agricola per essere destinataria delle risorse previste dalla regione in favore delle organizzazioni agricole, per lo svolgimento di azioni volte alla promozione del settore agricolo, non è sufficiente il libro soci ma bisogna far parte del CNEL. Precisiamo che l’ANPA non fa parte del CNEL perché non ha mai fatto domanda in tal senso, in quanto era ed è convinta dell’assoluta inutilità di questo organismo, a fronte degli elevatissimi costi necessari per il suo mantenimento.

Nonostante la modifica della legge, l’ANPA mantiene il requisito di Organizzazione Professionale Agricola maggiormente rappresentativa per tutto il resto. In virtù di ciò, la regione, ha inserito i rappresentanti dell’ANPA e di “Agricoltura è” (Associazione dell’ANPA per l’agriturismo, le fattorie didattiche e sociali, l’ambiente e il territorio), nella commissione regionale per l’agriturismo, le Fattorie didattiche e sociali e nell’osservatorio regionale.

Anche in questa occasione, l’arroganza di coldiretti non si è placata presentando ricorso al TAR asserendo, a sostegno dell’impugnativa, “di essere titolare di un interesse, innanzitutto, “morale” a “non vedersi messa sullo stesso piano di organizzazioni improvvisate, e comunque sprovviste del carattere della maggiore rappresentatività”, nonché di altri interessi “giuridici”, quali quello di evitare un precedente che possa essere poi richiamato dall’ANPA per ottenere altri benefici legati al possesso della qualifica di Organizzazione maggiormente rappresentativa in concorso con le altre Organizzazioni e quello di evitare che l’ANPA possa potenziarsi sotto ogni aspetto, anche in termini di capacità di raccogliere adesioni”.

Ma, a fare giustizia ha provveduto ancora una volta il TAR Calabria che con sentenza n. 1937 del 15 novembre 2018 ha rigettato, dichiarandolo inammissibile, il ricorso presentato dalla coldiretti,essendo ininfluente nella delineata prospettiva tanto una pretesa utilità morale della detta federazione a preservare il proprio requisito di maggiore rappresentatività, asseritamente leso, quanto un ipotetico e futuro conseguimento di benefici delle stesse controinteressate a discapito di altre associazioni di settore”.

Quest’ultima sentenza, ci auguriamo possa servire da lezione al nuovo presidente di Coldiretti Calabria, Ing. Franco Aceto. Confidiamo nella sua notevole esperienza fatta come fedele dirigente di Confagricoltura, poi di CIA e adesso di Coldiretti. Diversamente, l’ANPA è sempre pronta a difendersi e, sicura di essere nel giusto, con l’assistenza e l’alta professionalità dei suoi legali avvocati Paolo Falzea e Andrea Lollo, a vincere continuando a sconfiggere le inammissibili pretese di rappresentanza esclusiva di coldiretti.

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