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24 Giugno 2021

Fattorie sociali:

il coraggio e la determinazione di andare oltre la semplice agricoltura

Esperienze a confronto tra

la Cooperativa “Terre Joniche” e l’Azienda “Sextum”.

           

Ultimo confronto di esperienze quello tenutosi tra due realtà operanti nel settore agricolo-sociale nell’ambito del progetto Agricoltura: Laboratorio di Arte, Cultura, Ambiente e Benessere” promosso da Agricoltura è”, associazione dell’ANPA - LiberiAgricoltori Calabria, cofinanziato del FEARS - PSR Calabria nella misura di sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione.

Ad essere protagoniste, questa settimana, sono la “Cooperativa Terre Joniche” di Isola Capo Rizzuto e l’Azienda “Sextum Urbs Oenotrorum Mediterranea” di Saracena, due importanti strutture che si caratterizzano per l’attività sociale che queste portano avanti da tempo.

Il confronto, così come avvenuto negli incontri precedenti, si è sviluppato sulle piattaforme digitali grazie a due distinti ed appositi servizi, girati e costruiti dagli organizzatori del progetto direttamente sul posto.

terre jonicheLa prima clip è stata quella nella Cooperativa Terre Joniche con la narrazione diretta del titolare Domenico Zizza.

Questa realtà nasce nel 2016 grazie ad un bando pubblico che ha permesso di dare in completa gestione, qualcosa come 100 ettari di terreni ed un casolare, confiscato, precedentemente di proprietà della cosca ‘ndranghetista degli Arena.

Il titolare non nasconde come, nei primi tempi, numerosi siano stati gli atti intimidatori che coraggiosamente hanno dovuto sopportare, grazie, anche e soprattutto, ad una lodevole unione e cooperazione tra quanti erano e sono ancora chiamati alla gestione della struttura. La cooperativa presenta 80 ettari adibiti per il comparto seminativo, 10 riservati ad uliveti ed ulteriori 10 per varie attività. Novità rispetto ai prodotti dello scorso anno, la coltivazione del peperoncino piccante.

“Terre Joniche”, ha spiegato Zizza, ha altresì aderito ad un consorzio che unisce più cooperative delle regioni del Sud Italia, con l’obiettivo di dare la possibilità di circolazione alle materie prime che in queste vengono coltivate e procedere, successivamente, alla loro trasformazione, così da ottenere un certo potere contrattuale sul mercato ed un maggiore profitto.

I terreni sono limitrofi al centro aziendale. Nelle strutture vengono mostrate le macchine volte alla trasformazione dei prodotti, passando per le diverse fasi che portano fino al confezionamento ed alla distribuzione in mense e supermercati.

Zizza porta quindi le telecamere fino al “Parco della Cepa”, anche questa un'area gestita dalla cooperativa, che si presta ad attività di tipo didattico-formativo con l’intento di dare la possibilità a tutta la popolazione di riappropriarsi dei beni della collettività. Suggestivo, inoltre, il “Frutteto della memoria” dove ogni albero rappresenta una vittima della mafia, «un veicolo importante per far conoscere ai ragazzi questa piaga della nostra terra».

Affiancato da un esperto, Umberto, il titolare ha quindi anticipato le fondamenta di un progetto volto a coniugare il rispetto della aree naturali in un contesto agricolo, con l’obiettivo di far comprendere come sia possibile fare agricoltura estensiva tutelando gli aspetti naturali.

In ultimo, uno sguardo al futuro, con una grande struttura che potrebbe presto diventare una cucina in cui presterebbero servizio gli studenti di un vicino Istituto Alberghiero, con la volontà di trasformare, direttamente sul posto, in modo genuino, i prodotti coltivati nella cooperativa: dal produttore al consumatore.

La seconda clip ha portato, invece, i convenuti, presso l’Azienda “Sextum”, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino. Ad accompagnare nel viaggio è il titolare Rocco Arcaro, che nella sua narrazione, non esclude, anzi evidenzia, ogni aspetto sociale, storico ed intrinseco che caratterizza questa realtà del cosentino.

L’obiettivo, spiega Arcaro, era indirizzato al recupero paesaggistico che si era perso nel tempo. Partendo, dunque, da piante spontanee è stata affinata una coltivazione vera e propria. «A questo, abbiamo aggiunto l’aspetto terapeutico, aprendoci così all’agricoltura sociale» ha ravvisato il titolare dell’azienda, evidenziando la valenza delle piante officinali.

I preparati, in questo luogo, rispettano ancora le antiche tradizioni attraverso strumenti che potenziano le forze cosmiche concentrate sui prodotti. «Non è fantascienza» ci tiene ad evidenziare Arcaro che più volte sottolinea l’importanza del rapporto tra terra e cielo nei prodotti ottenuti in quest’area. In particolare ne discute in merito ad una coltivazione di lavanda e ad un olio essenziale che da questa è possibile ricavare. «La pianta deve essere utile all’evoluzione dell’intero universo, non può durare oggi e domani, altrimenti non è una pianta».

Particolare il sistema di irrigazione mostrato dal titolare dell’azienda, in cui è possibile scorgere come lo stesso sfrutti l’acqua sorgiva e la pressione che si accumula sui diversi dislivelli dell’azienda. Le piantagioni, difatti, non hanno bisogno di particolari e costanti irrigazioni e, in alcuni mesi, questa viene addirittura omessa.

L’obiettivo dell’azienda, sia per quanto è stato fatto, sia per gli interventi in programma, è dunque rivolto al solo ripristino conservativo, senza alterare alcuna forma del territorio ma conservandone le sue magnifiche fattispecie.

In chiusura, Arcaro ha mostrato un’area in cui si procederà in futuro alla creazione di un giardino terapeutico, dove saranno compresi un orto-terapia, un giardino sensoriale, un punto dedicato all’acqua e diversi piccoli giardini che richiamino le antiche terapie di meditazione.

Soddisfazione ed apprezzamento sono state espresse dai presidenti delle associazioni coinvolte. Giuseppe Mangone, congiuntamente a Rosa Critelli, hanno esaltato il coraggio e la determinazione dei due titolari, valutandoli come un vero e proprio esempio per le future generazioni. «Due realtà straordinarie - ha detto il presidente dell’Anpa LiberiAgricoltori Calabria - che evidenziano, ancora una volta, le grandi potenzialità della nostra Calabria».

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